Gianni Minà – E Cuba è già nel suo futuro

Non mi ha sorpreso l’annuncio di Fidel Castro sul suo ritiro dalla politica. E non perché il leader cubano non abbia recuperato un discreto stato fisico per un uomo 81enne operato d’urgenza venti mesi fa di diverticolite.
Fidel è un uomo coerente con se stesso e sa che il suo popolo, nel bene e nel male, lo ha sempre vissuto come il padre che risolve tutti i problemi, specie quelli più complicati.
Anche chi non lo ha approvato o non lo ha amato, ha sempre pensato, infatti, con gratitudine, che alla fine tutto si sarebbe risolto, perché ci avrebbe pensato Fidel.
Questa è stata la forza e la debolezza della Revolución, ma proprio per questo il Comandante ha sempre saputo che doveva preparare il popolo e il mondo ad una sua eventuale dipartita, in modo che non nuocesse all’equilibrio della rivoluzione.
Non a caso, nel messaggio di ieri ai compatrioti, segnala che si è sempre preoccupato, quando parlava, in questi venti mesi di convalescenza, della sua salute, di evitare illusioni che nel caso di un distacco repentino avrebbero potuto avere un impatto traumatico per il suo popolo, nel mezzo della battaglia che la politica di Cuba rappresenta, “Dovevo prepararlo alla mia assenza, psicologica e politica. Era il mio obbligo primario dopo tanti anni di lotta”. Per questo non ha mai trascurato di segnalare che, nel suo caso, si trattava di un recupero fisico “non esente da rischi”.

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