Rosario Bentivegna

Rosario Bentivegna (Paolo) nel 1944Ricordiamo un Eroe della Resistenza romana, Rosario Bentivegna, militante dei GAP e poi del PCI, scomparso ieri a Roma. Fu uno degli autori dell’imboscata di Via Rasella, una delle azioni più efficaci dell’intera resistenza italiana alla quale gli occupanti nazisti e i loro collaboratori fascisti fecero seguire l’infame rappresaglia delle Fosse Ardeatine dove furono trucidate 335 persone.

Per tutta la vita (e perfino ora ch’è morto) Bentivegna si è dovuto difendere da ricostruzioni infami, di comodo e antiresistenziali dei fatti. L’ultima vittoria appena nel 2010 quando in tribunale aveva visto riconosciute le sue ragioni sul direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, che lo aveva calunniato. Ricordiamo (e chiariamo brevemente) le ragioni di Bentivegna (qui una bella intervista):

1) la guerra era guerra totale per volontà dei nazifascisti. Il diritto internazionale stabilisce le legittimità delle azioni di civili contro occupanti in armi, ovvero quelle dei partigiani, ovvero quella di Via Rasella.

2) Via Rasella non fu “attentato” (termine ambiguo se non malevolo) ma “imboscata”, ovvero una legittima azione di guerra nella quale una parte, inferiore per uomini e mezzi, utilizza la sorpresa per colpire il nemico.

3) Al contrario non esiste alcun diritto alla rappresaglia contro civili, ch’è sempre atto di barbarie e mai legittimata.

4) Nel caso specifico (ma non è sostanziale) l’occupante nazifascista non aveva mai in precedenza minacciato rappresaglie a Roma come invece accadrà in seguito.

5) Anche se ne fosse stata pretesa la consegna degli autori dell’imboscata in cambio della vita degli ostaggi, cosa comunque mai accaduta, Rosario Bentiveglia e gli altri partigiani, come appartenenti ad una organizzazione militare clandestina, avevano il preciso dovere di non consegnarsi vivi al nemico e quindi essere sottoposti a torture capaci di mettere a rischio l’intera resistenza romana.

6) Se anche quanto affermato nei punti precedenti non fosse convincente, va ricordato che l’imboscata avvenne dopo le 15 del 23 marzo 1944. Meno di 24 ore dopo “l’ordine [della rappresaglia] è già stato eseguito” rendendo vana ogni discussione sulla correlazione tra i due eventi.