Grecia: il PASOK ha votato sì per salvare la democrazia

grecianATENE – Dimitris Linzeris è uno dei più autorevoli tra i parlamentari del partito di maggioranza relativa PASOK (il partito socialista panellenico), che domenica 12 febbraio ha votato “sì” al Memorandum, il durissimo pacchetto imposto dalla troika FMI-BCE-UE alla Grecia, che ha consentito alla Grecia di ricevere il nuovo prestito da 130 miliardi di Euro dopo la durissima contrattazione conclusasi nella notte tra lunedì e martedì 21 nel vertice dell’Eurogruppo al prezzo della riduzione ai minimi termini dello stato sociale e della prosecuzione a lungo termine della più lunga depressione economica della storia ellenica.

Linzeris è inoltre uno dei leader dell’opposizione interna all’ex primo ministro e ancora segretario del partito George Papandreou, vicino a Evangelos Venizelos, ministro delle Finanze nel governo presieduto da Lucas Papademos, e aspirante alla segreteria del PASOK. Lo abbiamo intervistato ad Atene e il suo parere, quello di un politico appartenente a uno dei partiti di centro-sinistra europei (come il PSOE spagnolo, il PD italiano o il partito laburista britannico) che negli ultimi vent’anni hanno ripetutamente slittato verso il neoliberismo, appare necessario per confrontarlo con quella parte della sinistra che invece è contro gli aggiustamenti economici, è premiata nei sondaggi, ma difficilmente esprimerà una maggioranza politica alternativa.

di Gennaro Carotenuto

Onorevole Linzeris, può spiegarci i motivi del “sì” suo e del suo partito all’ennesimo e più duro piano di rientro del debito imposto dalla troika alla Grecia?

Abbiamo votato sì al Memorandum perché non c’era altra via d’uscita. Ciò per due precisi motivi. Il motivo principale è stato salvaguardare il diritto democratico dei greci a scegliere. Se avessimo votato no avremmo fatto crollare tutto, sarebbe stato il default immediato, saremmo stati sbattuti fuori dall’Euro e forse dalla stessa Unione Europea, impedendo al popolo greco di poter scegliere se è questo ciò che vuole in libere elezioni.

In effetti, almeno nei sondaggi, il popolo greco –che però ha completamente sfiduciato il sistema dei partiti- dimostra di voler restare nell’Euro ma di non voler accettare le imposizioni della troika. Voi invece per restare nell’Euro accettate tali imposizioni. Come si esce da questa contraddizione?

Infatti il secondo motivo che mi ha portato a dire sì al piano è proprio la necessità di guadagnare tempo. Con personaggi come [il ministro delle finanze tedesco Wolfgang] Schäuble, costantemente aggressivo e offensivo nei confronti della Grecia e del popolo greco, o con il capo dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, è impossibile raggiungere un accordo ragionevole e non punitivo nei nostri confronti. Il nostro timore è che alcuni paesi del nord Europa abbiano pregiudizialmente deciso di farci fuori. Il nostro dovere è non favorirgli il cammino.

Ciò anche se il prezzo è lo smantellamento dello stato sociale, l’impossibilità per la Grecia di crescere, la svendita del paese e l’impoverimento di massa? Linzeris elude la domanda e va per la sua strada:

oggi noi pensiamo che nell’Unione Europea ci sia un clima di ostilità preconcetta nei confronti della Grecia ma speriamo anche che in un prossimo futuro tale clima possa cambiare. Un primo passo avanti è stato l’arrivo di [Mario] Monti in Italia al posto di [Silvio] Berlusconi. Inoltre speriamo che tra pochi mesi non ci sarà più [Nicolas] Sarkozy in Francia e che tra un anno anche la Germania cambi colore politico e che l’Europa possa tornare ad essere un luogo dove si parli di politica.

Avevate uno stato sociale e adesso non lo avete più. Come siete arrivati a questa situazione? Ancora nel 2007 la Grecia sembrava uno dei paesi rampanti dell’Eurozona, come l’Irlanda e prima la Spagna. Eravate una tigre di carta e adesso siete al quinto anno di decrescita economica.

20120208crudeliadefaultQuando nel 2009 abbiamo vinto le elezioni ho personalmente messo al primo posto tra le urgenze quella di essere noi a fare gli aggiustamenti economici necessari per non farceli imporre dall’estero. Invece il capo del governo George Papandreou ha preferito coinvolgere il Fondo Monetario Internazionale ingannando il popolo sull’ineludibilità di quegli aggiustamenti. Lui pensava che sarebbe stato utile avere a che fare anche con Dominique Strauss-Kahn per controbilanciare l’ostilità tedesca, olandese, finlandese. Era un errore [per la natura stessa dell’FMI] ma comunque l’uscita di scena di DSK [sostituito da Christine Lagarde, sempre francese ma proveniente dal partito liberal-conservatore UMP] per noi è stata una mazzata. Inoltre tanto il capo del nostro partito [del quale Linzeris è un fiero avversario interno] come il capo dell’opposizione, hanno commesso enormi errori e danneggiato ripetutamente all’estero l’immagine della Grecia e dei greci.

Gli ultimi sondaggi danno il vostro partito sotto il 10% e anche Nuova democrazia (centro-destra) è passato in poco più di una settimana dal 30 al 15%. Come arriveranno i partiti tradizionali, che ancora nel 2009 raccoglievano l’80% dei voti, alle prossime elezioni?

Intanto non credo che quando andremo alle elezioni il numero di voti per i due partiti maggiori saranno così pochi. Il fatto stesso che ND, che è il principale responsabile della situazione [avendo addirittura truccato i conti per permettere al paese di essere ammesso alla zona Euro], abbia pagato meno di noi in termini elettorali testimonia che la situazione è fluida e che quando voteremo [ovvero quando la troika riterrà opportuno che la Grecia voti] avremo recuperato una parte del consenso che non credo possa andare all’opposizione populista di destra o alla sinistra frammentata.

Eppure da mesi la Grecia intera protesta e il vostro credito è a minimi inimmaginabili. Ci sono state anche violenze. Lanziris, si aggrappa alle violenze ed è liquidatorio:

Provocatori, fascisti e anarchici. Io credo che quando andremo a votare non vinceremo né noi né Nuova Democrazia e sarà necessario un nuovo governo di coalizione per portare il paese fuori dalla crisi.