Che razza di cristiani!

“Ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35)
“Tratterete lo straniero che risiede fra voi come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso”, Deutoronomio 10,19
“Amate lo straniero perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”, Lettera agli Ebrei 13,2

L’episodio, orribile in sé nella sua semplicità evocativa, che riporto a breve, sarebbe avvenuto lo scorso maggio in provincia di Belluno e che solo alcune cronache riportano nella sua marginalità, ha dei tratti grotteschi. Allo stesso tempo è la fedele rappresentazione di quanto accade nell’Italia che non ha impedito ad un partito razzista come la Lega Nord di stare al governo e di esercitare impunemente una corruzione devastante delle menti e dei cuori del paese, soprattutto al Nord. Per Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia cristiana, di fronte a questi episodi oramai “il silenzio della Chiesa è assordante”.

Nella parrocchia di Santo Stefano, in provincia di Belluno, il sacerdote, Don Diego Saviane, durante la messa scambia il segno della pace con alcuni profughi (cristiani) libici, accolti nel paese. Non basta la sacralità del momento, né il suo profondo significato per il rancore sordo dei benpensanti presenti. Una madre (che madre…) inscena una protesta, rivolgendosi al sindaco, per impedire che il parroco possa in futuro dar la comunione al figlio con mani contaminate dall’aver toccato “i negri”. (più info qui)
Mi domando che cristiana e che madre sia questa orribile donna. Mi domando quali perversioni popolino i suoi pensieri e quale sia la sua fede, la sua speranza e la sua carità già che, raccontano le cronache, sarebbe parte di un gruppo di madri che protesta quotidianamente (sic) per l’allontanamento dei profughi.
Mi domando fino a quando potremmo farci crescere il cancro di questo Ku Klux Klan pedemontano nella nostra vita, nella nostra società, nelle nostre parrocchie (per chi le frequenta). Mi domando in quale Cristo credano quelle donne di Belluno e se sono coscienti da che parte starebbe Cristo se dovesse scegliere tra quei poveri profughi e quelle indecenti madri padane. Mi domando fino a quando considereremo il razzismo libera espressione del pensiero. Mi domando quando ci convinceremo che se non agiremo presto verranno a prendere brechtianamente anche noi.
Mi consola il condividere alcune di queste mie inquietudini con Don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana” per il quale “da tempo abbiamo superato ogni limite. E anche la soglia della decenza, senza pudori e vergogna”. Sciortino denuncia chiaramente “il cristianesimo d’appartenenza che, ignorando uguaglianza e accoglienza, tradisce il vangelo. Quel che è grave è che la comunità ecclesiale balbetta, non dice. Il silenzio della Chiesa è assordante, i cristiani sono diventati afoni. Viviamo un paese in cui si stanno sbriciolando le coscienze, di degrado etico e morale. E in tutto questo la Chiesa non ha la forza e il coraggio di dire qualcosa di cristiano; se si parla di accoglienza si è codini di sinistra. Eppure nulla contraddistingue il cristiano come il rispetto per lo straniero. Ora invece il massimo dell’accoglienza è la tolleranza, che è un passo verso l’esclusione, la xenofobia. E sì che basterebbe ricordarci di quando gli albanesi eravamo noi”.