Censis: italiani sempre più depressi. E aggressivi

REDATTORE SOCIALE Pulsioni incontrollate: in cinque anni (2004-2009) lesioni e percosse cresciute del 26,5%, del 35,3% le minacce e ingiurie. I reati sessuali passano da 4.454 a 5.625 (+26,3%). Boom di antidepressivi: + 114 in 10 anni. (con mio breve commento in coda. gc)

ROMA – In cinque anni (2004-2009) sono cresciute del 26,5% le lesioni e percosse e del 35,3% le minacce e ingiurie, i reati sessuali sono passati da 4.454 a 5.625 (+26,3%). I dati diffusi oggi dal Censis fotografano un’Italia su cui pesano “la crisi dell’autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni”. “È diffuso il sentimento autoreferenziale per cui ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti: – spiega il rapporto -  è questa l’opinione dell’85,5% degli italiani. Inoltre, si ritiene che le regole possano essere aggirate in molte situazioni”.
Tutto diviene relativo: nel divertimento il 44,8% dei giovani ammette la trasgressione. Il  46,4% degli intervistati è convinto che “per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi” e il 63,5% (quasi l’80% tra i più giovani) ritiene che “si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità”.  Inoltre il  48,6% (il 61,3% tra i residenti nelle grandi città) dichiara che “quando è necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere”. 
Boom di antidepressivi. Se la  dimensione più narcisistica delle pulsioni è legata al bisogno di apparire (nel 2010 circa 450 mila interventi di chirurgia estetica in Italia), la dimensione più distruttiva delle pulsioni si riscontra nel progressivo crescere delle forme di depressione. Il consumo di antidepressivi è raddoppiato in dieci anni (+114,2%): : le dosi giornaliere sono dal 2001 al 2009 sono passate da 16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti.

Non sono sicuro di capire cosa voglia dire il Censis con “crisi dell’autorità” e non capisco cosa c’entri la morale sessuale con dati così gravi e il tono un po’ da “che roba contessa” della nota di RS. Per quanto concerne le classi dirigenti semmai si tratta di una crisi di autorevolezza, mancanza della stessa data dal non poter riconoscere come classi dirigenti (senza peraltro rovesciarle) personaggi di quarta serie senza etica, né pudore, né cultura (basta pensare a George Bush o Silvio Berlusconi e ai loro sodali). Al contrario la gente comune è perfettamente in grado di riconoscere autorità ed autorevolezza in chi vede integro o conseguenziale con le proprie idee, da Giorgio Napolitano a Nelson Mandela, da Karol Wojtyla a Fidel Castro a Rita Levi Montalcini.

Piuttosto ci avevano spiegato che le ideologie erano sorpassate, ci avevano promesso il sol dell’avvenire nel consumismo ed eccoci con una società frustrante e frustrata nella quale un rancore sordo esplode sempre più spesso, nella quale si fa male e ci si fa male, si alza la voce abbaiando alla luna, si insulta perché non si ha o non si può avere ragione. Una società frustrantemente prepotente dove il desiderio e le aspettative sono infinitamente più grandi rispetto alla realtà e che alla fine non può non deprimersi di se stessa (gc).