- Gennaro Carotenuto - https://www.gennarocarotenuto.it -

A Vittorio Arrigoni

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C’è un momento nel quale vieni lasciato solo. Nel quale ti ritrovi isolato da un momento all’altro perché quelli che applaudivano, che ti dicevano bravo, quelli che erano d’accordo con te dalla prima all’ultima parola, quelli per i quali eri un punto di riferimento, sono semplicemente tornati alle loro vite.

C’è un momento nel quale mille parlano e sembra un coro e un altro nel quale solo tu ti scopri conseguenziale con quelle parole. C’è un momento nel quale quella tua voce non la sente più nessuno e tu resti lì col tuo coraggio, con la tua vita, con i tuoi ideali, come una fotografia già scolorita. C’è un momento nel quale quel tuo “restiamo umani” agli altri sembra solo uno slogan. E’ quello il momento nel quale paghi, paghi amaramente, paghi tutto.

Paghi il peccato di essere più avanti, paghi il peccato dell’incomprensione e della calunnia, paghi il peccato che gli altri, chiunque siano questi altri, non siano più in grado di capire che ci fai lì, perché sei ancora lì, perché ti ostini a testimoniare con la tua vita che quello che ieri importava a cento oggi sia una ragione di vita per te solo.

Paghi il dire e il fare. Paghi che tu sia scomodo a Sparta come a Troia, paghi che a qualcuno tu convenga più morto che vivo, paghi l’esposizione all’estremismo.

Vittorio come Enzo Baldoni nelle strade irachene, ma perché no, come Peppino Impastato, o perfino come Ernesto Guevara. Un passo più avanti, in basso e dal basso, con i palestinesi, con gli iracheni, per la pace, contro le mafie. C’è spesso un momento nel quale tutti spariscono. E allora per te diventa tutto buio.