Il governo e i media sono passati in poche ore da un militaresco “indietro non si torna” a un pacifista “facciamo una pausa di riflessione”.
Nel frattempo lo sgherro radicale Marco Beltrandi (espulsione subito dal gruppo PD!) ha evitato che l’accorpamento dei referendum ne sancisse di fatto il trionfo e mettesse una pietra tombale sul nucleare italiano. Ecco allora nel giro di poche ore il passaggio da posizioni muscolose a morbide. L’unica possibilità che vedono i berlusconiani (che coincidono non esattamente con i nuclearisti) è infatti una mossa tattica per addormentare il popolo bue, smontare i referendum come possibile plebiscito contro Berlusconi e tornare a puntare sul mancato quorum addormentando il gioco.
Ancor di più: il 12 giugno (o foss’anche a Ferragosto) sarà un giorno decisivo.