Antonello Cabras: a Cagliari il PD si perde ancora

Ieri, ignorate dai media nazionali nonostante si tratti di un popoloso capoluogo di regione, si sono tenute le primarie del centro-sinistra per la candidatura a sindaco di Cagliari.

Il Partito Democratico presentava l’oligarca ex socialista Antonello Cabras che, sicuro di stravincere, ha invece perso nettamente.

Questo, oltre ad aver commemorato Bettino Craxi in piena campagna elettorale, da quasi trent’anni ricopre ininterrottamente incarichi politici locali (per tre anni, già vent’anni fa, presidente della Regione Sardegna) e nazionali ed è da quattro legislature parlamentare a Roma alla faccia degli statuti del partito.

A Cabras si opponeva un candidato della sinistra autonomista, un’ambientalista, un indipendente (tutti e tre insieme hanno sfiorato il 20%, dimostrando allo stesso tempo vitalità e frammentazione) oltre al candidato di SEL il 34enne Massimo Zedda, senza un particolare curriculum e in consiglio regionale dal 2009.

Secondo le previsioni Cabras, “portato dal partito”, il primo partito a Cagliari, doveva stracciare tutti. E invece è andata tutt’altro che così. Zedda (alle provinciali di maggio 2010 SEL aveva il 6%) ha stravinto, sfiorando la maggioranza assoluta, mentre Cabras è stato rifiutato da due terzi degli elettori di centrosinistra cagliaritani. E’ una sconfitta nettissima e bruciante per il partito e per un politico con più medaglie in petto di un generale sovietico e il sito Internet del quale è fermo da una settimana a testimonianza di un’intollerabile inadeguatezza alla modernità.

Il paese si appresta, questa primavera o non tanto più in là, ad una campagna elettorale decisiva nella quale dovrebbe liberarsi se non del berlusconismo almeno di Silvio Berlusconi. Con una legge elettorale che, con le liste bloccate, dà ad un manipolo di uomini  il potere enorme di scegliere il 100% dei parlamentari, il Partito Democratico appare incapace e perfino non motivato a rinnovarsi nelle idee e negli uomini. Il più importante partito italiano è più morto che vivo e le primarie, da quelle impedite a livello nazionale, a quelle di Napoli con i brogli, a quelle di Cagliari stravinte da SEL, sono lì a dimostrarlo. Ma se il PD sta spirando le primarie dimostrano che gli elettori di centro-sinistra sono vivi e non perché i vendoliani in quanto tali possano valere il 20-25% dell’elettorato nazionale. Vogliono scegliere, non plebiscitare i candidati imposti dalle oligarchie immutabili del partito. Vogliono idee, non manuale Cencelli. Il rifiuto delle oligarchie, i Veltroni, i D’Alema, i Fassino e i loro cloni locali deve venire dal basso: scioglietevi, azzerate tutte le cariche. Ma il nemico in casa e le elezioni imminenti non aiutano.