Con le primarie di Napoli è la democrazia che muore

Mentre all’Orgettina arriva la droga (nella Milano da bere no coca no party e semmai è strano che sia emersa solo ora) la politica continua ad offrire spettacoli che mettono a dura prova l’adesione al sistema democratico dei più.

In parlamento l’UDC prima si somma alla sfiducia all’indegno ministro della Cultura Sandro Bondi, poi boicotta la stessa con larghe assenze. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma se il “popolo della sinistra” si interroga giustamente se sia giusto allearsi con l’UDC dei Totò Cuffaro, perché mai il popolo “veterodemocristiano” dovrebbe volersi alleare con questo PD?

Lo spettacolo delle primarie del Partito Democratico di Napoli è esiziale. Sono riusciti a sporcare, a stravolgere, a stuprare anche uno dei pochi riti di partecipazione (per carità, imperfetto) che ancora potevano indurre la parte migliore del paese ad andare a votare. Le fanno quando conviene a loro e come conviene a loro. E se non conviene non le fanno. E se le fanno e non vanno bene le aggiustano. Dopo aver rottamato non solo l’ideologia ma anche le idee sostituendole con una logica tutta di carriera e di potere, il Partito democratico non poteva non affondare in questo fango. Ma così hanno ragione perfino i berlusconiani a dire che non c’è alternativa al priapo di Arcore.

E’ disperante e causa panico pensare che di questa politica si possa solo dover fare piazza pulita. Ma mentre il governo che c’è schiavizza gli operai, chiude scuole e università, gioca alla guerra, arricchisce illecitamente gli amici degli amici e porta il paese verso la fine della sua storia unitaria, quale alternativa abbiamo?