Marco Previati, c’è un giudice a Gemonio!

L’avevano sbattuto in galera come “terrorista”. E anche se fosse stato colpevole, nell’Italia di questi anni, è terrorista chiunque rompa un vetro o poco più.

Adesso lo hanno scarcerato con tante scuse. Per Marco Previati, 21enne elettricista incensurato, non c’era assolutamente nulla che dimostrasse che fosse stato autore del terribile attentato terrorista contro la sede della Lega nel paesello di Gemonio, piccola patria di Umberto Bossi, che per giorni ha occupato i media.

L’avviluppamento mediatico delle notizie fa perdere completamente il senso alle stesse e alle parole utilizzate. Il lancio di un petardo diventa un “attentato”. La rottura di un vetro “terrorismo”. Una scritta su un muro “mettere nel mirino”. Chi lancia un uovo è (sic) “fascista”.

Terrorista se tocchi la mafia padana, la Lega Nord. Terrorista se critichi il governo. Terrorista se pensi con la tua testa. Assassino se sei marocchino ed hai la sfortuna di lavorare a pochi metri da dove è scomparsa una ragazzina padana, Yara Gambirasio, come è successo a Mohammed Fikri, trattato da mostro senza alcun indizio.

Brutto brutto brutto clima…