Due righe su Roberto Saviano e Antonio Albanese

cetto la qualunqueNegli ultimi giorni ho ricevuto vari messaggi di insulti, che in qualche caso rasentavano la minaccia, il senso dei quali era che io fossi colpevole di “difendere il sionista Saviano”. Ma vi rendete conto?

In maniera ben più cortese parecchi amici mi hanno scritto per perorare la causa di Antonio Albanese e del suo Cetto La Qualunque che mi ero permesso di criticare. Mi hanno spiegato che Albanese ha studiato moltissimo per mettere in scena la volgarità e l’ignoranza crassa dei politici di oggi e che il suo sforzo vada apprezzato. Insomma Cetto La Qualunque sarebbe sana, se non geniale, critica sociale. Dissento.

A mio modo di vedere la grande maggioranza degli spettatori si fa un sacco di laide risate senza alcuna riflessione ulteriore nella rappresentazione di un personaggio oramai sempre uguale da vari anni. Inoltre, anche per quelli che hanno la spina del cervello attaccata, Cetto La Qualunque consegna il rassicurante  messaggio che così sono i politici meridionali (invece Gentilini è un raffinato) mentre quelli di due terzi d’Italia sarebbero diversi.

Di più: replicare alla volgarità con la riproposizione della volgarità mi sembra equivalente ad un pacifista che tirasse la bomba atomica per protestare contro la bomba atomica stessa. Infine, in un paese dove nel servizio pubblico (Radio2 RAI) vengono messi in scena quotidianamente degli sketch dove il protagonista è il capo indiano “sti cazzi” (il programma è “610”, con lo pseudocomico Greg), sublimazione e modernizzazione del “me ne frego” fascista, credo che la vera rottura sarebbe un Cetto La Qualunque che ripristinasse un linguaggio decente.