Regolarmente coniugati

Il GR1 delle 13, ma anche Repubblica TV e chissà quanti altri media, tengono a farci sapere che la coppia gay inglese aggredita in provincia di Frosinone da alcuni omofobi “probabilmente rumeni” era “regolarmente coniugata”. Chissà se gli aggressori “probabilmente rumeni” si sarebbero fermati di fronte all’esibizione di un certificato di matrimonio.

Evidentemente no. Ed è ancor più evidente che tale dettaglio faccia parte della sfera privata e che sia completamente ininfluente ai fini della notizia dell’aggressione alla coppia. Immaginatevi se invece di “regolarmente coniugati” i giornali ci avessero informato che la coppia è “convivente more uxorio”, il che è evidentemente il caso del 100% delle coppie gay stabili in Italia. E’ un po’ come quando un immigrato fa notizia, spesso suo malgrado, e le cronache tengono burocraticamente a chiosare “in regola (o meno) con il permesso di soggiorno”.

Tra tutte le interpretazioni possibili mi sembra che prevalga proprio quella burocratica. Il giornalista spesso informa senza riflettere e passa carte dando informazioni (in questo caso veniali) in violazione all’utile e ai codici deontologici che prevedono che le informazioni da dare sul privato di una persona devono essere strettamente necessarie alla notizia che lo coinvolge.

Ciò a meno che la notizia in questione, invece di essere rubricata come di cronaca (nera) non fosse stata ascritta alla sfera del costume. Allora la notizia non sono più le botte e l’omofobia dei “probabilmente rumeni” ma la curiosità, il morbo, del “regolarmente coniugati”.

Ciò potrebbe essere visto in positivo nell’Italia del diffamatore Giovanardi che sostiene che le adozioni gay incrementano i traffici di bambini e va per questo in prima pagina sui giornali stranieri come esempio di troglodita ma è pressoché ignorato dai nostri. l’Italietta prenderebbe così atto che esistono davvero i matrimoni gay.

Ma tale dettaglio va più probabilmente interpretato in negativo. I media italiani guardano al dito del “regolarmente coniugati”, che fa notizia (sic), e non vedono la luna dell’ennesimo caso di violenza omofoba che, altrimenti, avrebbero lasciato correre.