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Triste ipocrisia per il matrimonio in “articulo mortis” dell’agente del SISMI Lorenzo d’Auria

lorenzodauriaLorenzo d’Auria, l’agente del SISMI ferito in Afghanistan ed attualmente in coma irreversibile, è stato sposato all’Ospedale del Celio, “in articulo mortis”. E’ la forma prevista dal diritto canonico per chi è in immediato pericolo di vita e che, per le norme concordatarie, prevarica il diritto civile.

Lorenzo ha tre figli con la sua compagna. Ma non avevano voluto sposarsi. Oggi sono stati costretti a farlo perché lei potesse ottenere (lo ha ammesso il coraggioso padre di Lorenzo, che nei giorni scorsi ha avuto parole di fuoco contro la guerra) “tutti i diritti di una vedova”.

Adesso Francesca è moglie davanti a dio e allo stato clericale di Francesco, e i loro bambini sono gli orfani legittimi di un eroe che verrà buono per cerimonie pubbliche, retorica bellicista e imboscate mediatiche contro chi è contrario a questa e alla prossima guerra.

Fino a ieri non lo erano e poteva toccar loro la sorte di Adelina Parrillo, la concubina di Nassiriya [1], la “non moglie” di uno dei morti di Nassiriya, la peccatrice che nel novembre 2005 fu allontanata con la forza da una cerimonia pubblica.

Ovviamente non c’è nulla da addebitare a Francesca. Ma c’è molto da riflettere sulla coercizione esercita su di lei, perfino in un momento così drammatico, da uno Stato che agli oligarchi della casta politica attribuisce il diritto alla convivenza civile e li nega ai cittadini, privandoli di diritti e mettendoli in balia di ricattatori senza scrupoli.

Francesca e Lorenzo stavano insieme da un vita e avevano tre figli. Chi era più sposato di loro? C’era bisogno di questo rituale macabro? Immaginiamo Francesca avvicinata da un cappellano, irrigidirsi, magari rifiutare, poi essere indotta a riflettere, magari da un ufficiale: “pensaci, hai tre figli… la pensione… la burocrazia, ti conviene…”, quindi confortata da un parente: “E’ la cosa migliore, anche Lorenzo sarebbe d’accordo…”. Immaginiamo Francesca vittima di un’imboscata, non così meno violenta di quella che le ha portato via Lorenzo.