Quello che Bersani fa finta di non sapere di Hugo Chávez

01-pierluigi-bersani Pierluigi Bersani dovrebbe spiegare cosa ha voluto dire sostenendo il 6 luglio che: «Non vorrei che dopo Berlusconi arrivasse Chávez; o il Parlamento riprende il suo ruolo o non c’è libertà per nessuno» e aggravando tale dichiarazione il 7 luglio affermando: «Quando ieri ho detto che dopo Berlusconi si rischia Chávez mettevo in guardia da questo meccanismo pericolosissimo perché o ribadiamo la democrazia parlamentare o prendiamo un’altra strada, un meccanismo populista incombente».

Vari commentatori, tra i quali Marco Travaglio, hanno avuto gioco facile nell’affermare che Berlusconi sarebbe da 16 anni ben peggiore del presidente bolivariano. Resta veramente triste che il segretario del Partito democratico (come se fosse un Capezzone qualsiasi) prenda Chávez come parametro battutaro dei suoi pregiudizi rispetto ad un’esperienza di governo, pur complicata, che invece farebbe bene a studiare.

Per esempio, in tempi di riforma Gelmini dell’Università, lo sa Bersani che in 10 anni in Venezuela la quota del PIL destinata alla ricerca scientifica è aumentata del 2.300%? Per un paese come l’Italia destinato a lasciare il mondo sviluppato per posizioni di retrovia, il Venezuela chavista sta puntando forte sulla ricerca moltiplicando per 23 gli investimenti.

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