Pecoraro Scanio, bla, bla, bla

Il Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio ha avuto il palcoscenico che voleva ieri alla FAO. Se l’era organizzata, se l’è cantata e suonata, lanciando cifre (l’Italia si scalderebbe il quadruplo del resto del mondo) che ricordano le discese ardite e le risalite di battistiana memoria, e che hanno fatto storcere la bocca a qualunque scienziato serio.

Non ci serve un ministro che denunci, per quello ci sono gli scenziati e i militanti. Ci serve un ministro che governi e risolva almeno alcune questioni.

C’è bisogno di esagerare, quando l’evidenza del disastro climatico è sotto gli occhi di tutti? Non importa, Pecoraro Scanio è del partito neoborbonico del "fare ammuina". Passerà alla storia (temo presto) perché per ogni parola pronunciata sull’ambiente ne ha spese almeno dieci sui Pacs, o che Dico si voglia, e altri temi che nulla hanno a che vedere col lavoro -evidentemente noioso- di Ministro per l’Ambiente.

Ebbene, sfido Pecorario Scanio a occuparsi di un solo tema, legare il suo mandato a quello, risolverlo oppure trarne le conseguenze: da campano e da eletto in Campania si cimenti a tempo pressocché pieno sul problema dei rifiuti nella regione. Lo risolva oppure si dimetta e lasci il posto a uno dell’Udeur. Con ogni evidenza sarebbe lo stesso. Troppo difficile, la questione dei rifiuti in Campania, no? Meglio il bla, bla e i giochi sulle cifre.

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