Mario Balotelli, il mio eroe italiano del XXI secolo

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Ovunque vada quelle merde fasciste degli ultras lo insultano: “Non esistono negri italiani”, “Balotelli negro di merda”. Profittando del clima quei vigliacchi degli avversari lo provocano continuamente, lo riempiono di “calcetti”, cercano la sua reazione.

Lui reagisce, “sono più italiano io di tutti loro”, e gioca sempre meglio e non si sottomette alla gogna da Ku Klux Klan nella quale vogliono fargli vivere i suoi 19 anni.

Fino ad oggi a Verona dove alligna il pubblico più razzista d’Italia (Hellas o Chievo non fa differenza) e nonostante teppisti come i bergamaschi o gli juventini non siano da meno. Dopo avere segnato il gol della vittoria ha avuto il civilissimo coraggio di dire: "Ogni volta che vengo qui a giocare il pubblico di Verona mi fa sempre più schifo".

Noi con lui: il pubblico di Verona fa schifo da decenni, negri, ebrei, meridionali, nessuno sfugge alle loro esuberanze neo e vetero fasciste.

Adesso quella feccia tutta italiana che gira intorno al pallone, insieme al complesso mediatico-industriale  lapiderà Mario Balotelli (fosse del Napoli lo passerebbero direttamente per le armi) ma bisogna stringere la mano a questo ragazzino che non accetta il ruolo di “negro sottomesso”, reagisce, guarda negli occhi alla vita e dà pane al pane: il pubblico di Verona ha sempre fatto schifo e chi lo nega è in malafede. Lui, vigliaccamente provocato, ha tutto il diritto di testimoniare la sua rabbia: fate schifo.

Ce ne fossero di italiani come Mario Balotelli.