Stragi rosse e altre storie (Borsellino, insegnamento, gerontocrati)

Con Paola Adami, Luca Mastellaro, Leonardo Magalhaes Firmino, Antonio Pagliaro, Leandro Rufini

Luca Mastellaro: Caro Gennaro, Radio Popolare di Milano ha dato la notizia della pubblicazione finanziata dalla regione Lombardia di una Storia della Lombardia a fumetti infarcita di revisionismo e falsi storici in particolar modo sul tema “anni ’70”. Trovo penoso che da parte politica venga messa in atto una disinformazione così becera. Se ti interessa eccoti il link:

gc: Il caso che ci ricorda Luca (e del quale si può leggere diffusamente sul Corriere) è paradigmatico. La storia è scomoda? Cambiamola!

Paola Adami: Le segnalo lo spot che in questo periodo va in onda all’UCI Cinemas di Curno (Bg), situato in Via Lega Lombarda.

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Antonio Pagliaro: segnalo la lettera aperta di Salvatore Borsellino, lettera che finora nessun giornale ha pubblicato (se non brevi pezzetti). L’ho avuta da due giornalisti di Reuters e l’ho pubblicata, integralmente, qui:

Leandro Rufini: Si! Sono assolutamente d’accordo su tutto (gerontocrazia). C’è “solo” un problema, a mio avviso, … e non è una provocazione: come la mettiamo con chi ci vuole mandare in pensione a 65 anni e, se ti senti in gamba, puoi prorogare anche a 67 anni? E ci dicono anche che se facciamo il contrario andiamo contro l’Europa, ma mi sembra che ci siano anche altre importanti questioni sulle quali andiamo allegramente contro l’Europa e non frega niente a nessuno … non so ma ho l’impressione che qui si voglia legittimare “qualche” dirigente politico a rimanere in carica finché morte non lo separi dalla politica. Per fortuna la Cassazione ha legittimato il vaffanculo politico. Scusate non volevo essere volgare.

gc: Caro Leandro, una questione è la classe dirigente (chi decide) e un’altra le pensioni.

Leonardo Magalhaes Firmino: Parlando da studente, penso che la principale competenza mancante qui è la capacità di comunicare le proprie conoscienze, da professore ad alunno. Ci sono una marea di insegnanti (dalle elementari all’università) che sono completamente incapaci ad insegnare, non per mancanza di conoscienza nella propria materia ma per non riuscire a trasmetterla con metodi e linguaggi afficaci. Di fatto di sono professori universitari con dei curricula chilometrici come ricercatori e altro, insomma, persone con le “suddette cuiffole” nel proprio campo ma incapaci ad insegnare cose molto spesso semplici. Docenti del genere possono causano gravi danni ai laureandi lasciando grosse delle lacune formative. Un paese incapace di formare i proprio giovani avrà un pessimo futuro.

Paola Adami: L’anno scorso mi sono laureata in Scienze Politiche, indirizzo politico-sociale, vecchio ordinamento. Secondo i dati AlmaLaurea, nel 2006 il voto medio di laurea per questo corso di studi nella mia Università (Bologna) è stato 95,7. Coloro che hanno ottenuto la laurea specialistica in Sociologia, sempre a Bologna, facoltà di Scienze Politiche, A.A. 2005/06, vantano una media del 109,3!
I professori sono diventati buoni e/o gli studenti secchioni?
Io propendo per la prima ipotesi, e concordo con le ragioni che lei ha spiegato sopra. È rimasto solo il prof. Cammarano di Storia contemporanea a bocciare il 60-70% delle matricole al primo parziale.ed infatti per anni, all’entrata dell’aula dove di solito si svolgono le sue lezioni è rimasta una scritta più che eloquente: “Cammarano uomo di merda”.