[1] Mentre si avvia all’ultimo anno della propria presidenza in Brasile piovono i riconoscimenti locali e mondiali sul presidente operaio (per davvero) Luiz Inácio da Silva detto Lula.
Il quotidiano francese “Le Monde” lo ha proclamato “uomo dell’anno”. Se “La Repubblica” se ne duole [2] noi ci associamo e spieghiamo le nostre ragioni. Nonostante alcune mancanze come aver lasciato irrisolta la questione del latifondo [3], la sua era passerà alla storia davvero come una rivoluzione: quella dell’inclusione sociale.
Il primo gennaio 2010 il salario minimo in Brasile aumenterà nuovamente del 10%, il 5.5% in termini reali. Da quando Lula è presidente, ovvero dal 2003, i salari si sono rivalutati in termini reali del 53.5%. Ovvero un lavoratore che prima guadagnava 200 Euro e con l’inflazione pienamente sotto controllo e scontata nei nostri conti, oggi ne guadagna, sempre in termini reali, 307; e scusate se è poco.
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