Dai DICO ai CUS, sempre più al ribasso, sempre meno dignitosi

E’ un contratto tra due parti, come per l’acquisto di un’automobile, ma poi si registra dal giudice di pace. E’ ancora un po’ meno dei DICO, nella disperata ricerca della minoranza laica in Parlamento, di mostrare comunque di avere ottenuto un risultato.

La ricerca di un compromesso pur che sia, sempre più al ribasso, sempre più insignificante, non solo e non tanto rileva la minorità, anche culturale oramai, dei laici, ma soprattutto più la spicciola ricerca di un qualcosa da mostrare nella prossima campagna elettorale che la soluzione di un problema reale nel paese.

Chi considera il percorso PACS-DICO-CUS come un percorso al ribasso, ha ragione e torto allo stesso tempo. Ha ragione perché è vero che di continuo svilimento si tratta. Ma ha torto perché deve continuare a spiegare in cosa, per le coppie eterosessuali, i PACS-DICO-CUS devono differenziarsi dal matrimonio civile. Perché in qualcosa, in maniera evidente, devono differenziarsi. Altrimenti anche i CUS, come già i PACS e i DICO, sarebbero un doppione di un istituto già esistente.

Il problema era e resta il matrimonio omosessuale che, anche con i CUS, si vuole far passare tra le righe e non perché è -molto semplicemente- un diritto. Già i PACS, con quella formula nella quale i due contraenti acquisivano separatamente diritti individuali, erano umilianti. Adesso si passa ad un vero contratto privato, nel quale si finisce per non capire più perché mai ed a che titolo lo Stato sia chiamato a farsi carico di oneri, per esempio garantendo la reversibilità della pensione.

E’ così irritante la maniera con la quale i pavidi laici difendono la ricerca di un accordo pur che sia: "non vogliamo il matrimonio omosessuale, vogliamo disciplinare la convivenza di chiunque, amici, condomini, cugini, umani e felini…". Alla morte del sottoconiuge umano, vogliamo lasciare la reversibilità al sottoconiuge felino? Forse al felino basterebbero… gli alimenti. Già, ma i PACS-DICO-CUS che tutti prevedono la reversibilità a carico dello Stato, prevedono gli alimenti a carico dell’eventuale fedifrago?

Se è discriminatoria qualunque legge che discrimini tra sessi, allora è discriminatorio che il matrimonio civile discrimini tra coppie etero e omosessuali, punto. Come in Colombia ci vogliono sentenze che giudichino incostituzionale la preclusione per le coppie omosessuali dal matrimonio. Le coppie omosessuali hanno bisogno, se e quando vogliono, di sposarsi a testa alta, non di nascosto, che è quello che prevedono sia i PACS che i CUS.

Le coppie eterosessuali non hanno bisogno di un contratto uguale al 90% al matrimonio civile. Le coppie eterosessuali hanno bisogno d’altro. Per esempio di non perdere anche 10 anni di vita per divorziare e ricostruire una nuova famiglia. C’è lì l’istituto tutto italiano (non esiste in nessun altro paese al mondo) della separazione, propedeutica al divorzio. Un passaggio inutile e doloroso per l’abolizione del quale è ora che i laici si spendano invece di farsi logorare dai devoti come sta accadendo in questa triste legislatura.