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La museruola svizzera contro i Simpson? Tutti zitti!

simpsons [1]

Ricordate l’imperdibile “museruola chavista [2]” contro il cartone animato dei Simpson? Ricordate l’incredibile serie di balle con la quale la nostra stampa accolse la semplice decisione di un organismo indipendente venezuelano di spostare fuori della fascia protetta per i minori il cartone animato statunitense? Pagine e pagine di commenti indignati da parte dei nostri falsimedia. Adesso c’è una seconda puntata che aggrava ancora di più la posizione dei disinformatori di professione italiani.

Adesso infatti è il turno della Svizzera prendere una decisione su di un cartone animato che forse proprio per bambini non è. Anche a Berna spostano i Simpson in fascia protetta e qualunque persona onesta si aspetterebbe una nuova crociata lancia in resta in difesa dei Simpson. Invece… com’è e come non è… diavolo, nessuno si scandalizza, anzi quasi nessuno ne parla e quei pochi che ne parlano, udite udite, sembrano essere favorevoli alla decisione dell’organismo elvetico. Sconvolgendo tutte le leggi della fisica a parità di azione corrispondono reazioni non uguali e contrarie ma solo contrarie. Quello che fa scandalo a Caracas va benissimo a Berna o a Washington.

Paradigmatico per tutti all’epoca fu l’infimo articolo dedicato al tema da “La Stampa [3]” di Torino che, tra un “museruola chavista” di qua e un “chavezlandia” di là, occultava artatamente una serie di informazioni chiave per preconfezionare una menzogna per i lettori del quotidiano torinese. La menzogna era così spudorata che, testualmente, “La Stampa” affermava che trattavasi di censura (cancellazione), e non di spostamento fuori dalla fascia protetta, come fosse la stessa cosa. Inoltre affermava che era la prima volta che qualcuno al mondo agiva contro il cartoon, omettendo che la stessa misura prima che in Venezuela era stata presa negli Stati Uniti. Tra una balla aperta ed una omissione senza vergogna il glorioso quotidiano torinese si esercitava nel dileggio del governo democraticamente eletto dai venezuelani.

Valgano sui disinformatori di professione che lavorano nei nostri giornali alcune brevi considerazioni.

1) Se una decisione viene presa in Venezuela fa notizia, se la stessa identica decisione viene presa in Svizzera passa inosservata. Dev’essere perché il Venezuela confina con l’Italia e la Svizzera invece è in un altro continente.

2) Se in Venezuela un organismo di tutela per i minori prende una decisione bisogna scrivere che lo fa (bum!) per combattere una guerra culturale antiyankee. Se la stessa identica decisione viene presa dalla Svizzera allora è presa per tutelare i minori.

3) Se in Venezuela un organismo indipendente prende una decisione tale organismo (CONATEL, per la cronaca) non viene neanche nominato. Bisogna scrivere che a imporla è stato Chávez (guardare per credere) che, come il parlamento italiano, si vede che si occupa anche della lunghezza della coda dei cani. Se invece in Svizzera un organismo indipendente prende una decisione… è un organismo indipendente che prende una decisione.

4) Se una decisione viene presa in Venezuela è liberticida (della libertà di espressione). Se la stessa identica decisione viene presa in Svizzera è garantista (dei minori).

5) Il Venezuela non ha diritto di avere organismi indipendenti di tutela, nel caso specifico dei minori. Tali organismi vanno sempre descritti come asserviti al regime. Gli organismi svizzeri (o statunitensi, o britannici) invece sono indipendenti per antonomasia. E se pure gli svizzeri fossero in preda al delirio antiyankee?

6) Se i Simpson sono considerati per adulti in Venezuela è evidentemente una decisione pretestuosa, di regime, frutto di delirio autoritario e di ossessione antiamericana. Se i Simpson sono considerati per adulti in Svizzera (o negli Stati Uniti) è perché… sono un cartone animato per adulti.

Potrei continuare ma sarebbe come sparare sulla croce rossa. Quanto siano impresentabili i nostri disinformatori di professione è nelle carte, scritto nero su bianco da loro stessi per chiunque abbia occhi per vedere. Vergogna!