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25 aprile, sulle contestazioni

Con Francesco Zurlo, con risposta mia.

Francesco Zurlo: Provo sempre più fastidio, di anno in anno, nel vedere come contestazioni annunciate e sterili si ripetano inutili ad uso e consumo della stampa e per saziare il bisogno di protagonismo di alcuni soggetti politici.
A Milano per anni ci si è lamentati che il sindaco-in-mutande Gabriele Albertini non si degnasse di venire alle manifestazioni del 25 aprile, salvo poi recarsi sempre invariabilmente alla commemorazioni dei "bravi ragazzi" di Salò. Non vedo quindi perché si dovrebbe contestare oggi la presenza (tutta istituzionale peraltro) della Moratti, e perfino di Bertinotti, di Diliberto (che di tutto possono accusati tranne che di filo-fascismo) o addirittura – come è successo – della brigata dei partigiani ebraici, rei soltanto di essere ebrei (il che deve far pensare e non poco), pur avendo fatto sessant’anni fa quella Resistenza che chi li contesta non ha fatto e (fortunatamente) non farà mai.
Trovo scandaloso che qualcuno si arroghi il diritto (su quali basi poi?) di chiedere ai manifestanti una patente di durezza&purezza, quando il 25 aprile dovrebbe essere la celebrazione di un valore condiviso, l’Antifascismo e non l’ennesima vetrina per le proprie (più o meno legittime) rimostranze nei confronti del politico di turno – che rimane contestabile, in maniera meno idiota e strumentalizzabile, tutto il resto dell’anno.

Gennaro Carotenuto: Caro Francesco, il tuo scritto è particolarmente stimolante. Faccio ordine rispondendoti per punti.

1) chi contesta la brigata ebraica è un porco. Fin quando dalla sinistra non si espungerà qualunque retropensiero o vaneggiamento su presunte "colpe collettive" sarà antisemita come la destra.

Ci sono due momenti diversi nelle contestazioni, che tu cogli molto bene.

2) Prima c’è la contestazione vera e propria. Spesso (e nello specifico) non le condivido, ma sono molto preoccupato dal fatto che oramai pochi fischi sono equiparati ad una bomba e una scritta su un muro ad una gambizzazione.

3) Poi c’è la montatura mediatica. Se 30 o fossero anche 300 persone su 30.000 fischiano la Moratti, ciò è politicamente irrilevante ed è canagliesco farci il titolo su giornali e TG.

Siamo di fronte ad un perverso, già visto e per nulla ingenuo corto circuito, per il quale da una parte si criminalizza qualunque tipo di contestazione, dall’altra la si esalta e la si stimola: venite, fischiate la Moratti o Bertinotti. Parleremo malissimo di voi, ma vi metteremo la foto in prima pagina!

Riferimento: 25 aprile: e invece dovremmo elogiarla Letizia Moratti [1]


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